C’è un forno a legna nella nostra campagna, costruito nel lontano 1984 da un “uomo molto speciale”. Raccontano che è stato tirato su, con l’aiuto di un paio di amici, nell’arco di due domeniche. Inaugurato praticamente subito, è stato festeggiato con teglie ricolme di verdure, pane fragrante, l’immancabile porcetto arrosto e bagnato con un buon bicchiere di vino, perchè porta bene.
Mi hanno raccontato che il sabato si cuoceva un po’ di tutto e poi la domenica mattina quando la temperatura del forno scendeva si preparavano i dolci tipici lasciando per ultimi i Bianchini, una sorta di meringa con le mandorle, molto amata da queste parti.
Domenica scorsa l’abbiamo acceso dopo una lunga inattività e nell’aria si è sentita subito la magia della campagna, del fuoco, del profumo del Cisto che brucia e dell’allegria di una giornata felice. Tra le tante ricette possibili, la pizza è stata scelta all’unanimità, un piatto molto amato a casa nostra e sul quale stavo facendo piccoli esperimenti nelle ultime settimane. Quando ho intravisto l’opportunità di provare a cuocerla in un vero forno a legna invece che in quello di casa, mi son sentita come una bambina in un negozio di giocattoli.
Ho sempre nutrito una sana invidia per le persone capaci di preparare la pizza a casa, considerandola una cosa difficilissima, per questo motivo oggi mi sono accostata al progetto home made pizza con tutta l’umiltà possibile. Nelle scorse settimane ho lavorato su una serie di versioni per poi arrivare a quella che ad oggi mi ha convinto maggiormente. I puristi della pizza possono anche saltare il resto della pagina e passare oltre, questa è la pizza che a noi è piaciuta di più, non la regina delle pizze ma una buonissima “pizza casereccia”, di quelle che le donne hanno sempre preparato a casa per la famiglia, ben lievitata, croccante al punto giusto e molto saporita.
La domenica mattina son partita con il mio impasto già diviso, coperto e sistemato sulla spianatoia, con una borsa piena di ingredienti e l’emozione di chi sta per fare qualcosa di speciale. Nel trambusto però, ho dimenticato la rotella per tagliare la pizza, e quella che vedete nella foto è il frutto di un colpo di genio di uno dei presenti, che nel giro di 10 minuti ha costruito questa rotella rustica e bellissima che ben si sposava con lo stile della domenica campagnola.
Quando il forno ha raggiunto la giusta temperatura la casa si è animata. Le donne hanno steso la pasta e farcito la pizza mentre gli uomini hanno infornato e tenuto a bada la cottura. La prima pizza è stata salutata da applausi e meraviglia e l’abbiamo divisa tra di noi e mangiata tutti insieme, in piedi, davanti al forno. In cuor mio non credevo sarebbe stata così buona. Sono riuscita per un pelo a scattare le foto che trovate in questo post.La cucina oggi come allora, riesce sempre a riunire le famiglia intorno a un tavolo e non solo, facendo volare via il tempo senza un attimo di noia e riempiendo la casa di sorrisi, rendendo una semplice domenica invernale una giornata bellissima e da ricordare.
- 500 gr di farina Manitoba
- 7 gr di lievito di birra
- 230 gr (circa) di acqua
- 1 cucchiaino di zucchero
- 1 cucchiaino di sale
- Nell'impastatrice mettere la farina, il lievito sbriciolato, lo zucchero e mescolare. Aggiungere un po' di acqua e iniziare a impastare. Aggiungere altra acqua e continuare a impastare. Il quantitativo di acqua potrà variare in base alla farina, quindi è consigliabile unirla lentamente in modo da rendersi conto della consistenza della pasta. Una volta terminato di incorporare l'acqua, aggiungere il sale e impastare per circa una decina di minuti.
- A questo punto coprire la ciotola con una coperta e lasciar lievitare per almeno 2 ore. Trascorso questo tempo, rovesciare l'impasto sulla spianatoia infarinata e dividere l'impasto in 3 o 4 pezzi. Per ottenere una pizza un po' spessa ho formato delle palline del peso di circa 220 gr. Coprire con la pellicola trasparente e poi con una coperta e lasciar lievitare per almeno 6 ore. Una volta trascorso questo tempo, aiutandosi con le mani ma senza matterello, stendere la pasta formando un disco delle dimensioni di un piatto e farcire a piacere.
- Se si cuoce nel forno a legna, in ⅘ minuti è pronta. se invece la si prepara a casa portare il forno al massimo e cuocere per 10/15 minuti.
margherita says
Mi sono commossa ,leggere queste tue righe mi ha fatto ritornare a tempi passati dove le domeniche erano giornate in campagna con amici e tanto buonumore,la fatica non si sentiva e i profumi di erbe e di cucina facevano bene al cuore .Io credo che questa tua ricetta valga la pena di sperimentarla anche con un banale forno a gas.La rotella è fantastica e complimenti per il bellissimo forno quasi nurargico.
L'albero della carambola says
Bellissima questa storia e bellissimo il forno e la tua pizza…Queste cose sono come un balsamo per il cuore…
Complimenti
simo
Babi says
Quel forno é un segno, molto bella la storia e fantasyica la pizza!
Annaly says
come si fa a die di no ad una pizza del genere?????
è impossibile!!!!!!!1
I love pizza!!!!!!!!
Alessandra says
Devi sapere che il mio fidanzato ha una famiglia numerosa, dove fratelli e cugini, tutti vicini d’età sono anche vicini di casa e quindi è tutta una meraviglia di tavolate e grigliate.
Io invece sono figlia unica, con cugini che erano già grandi quando io ero bambina…insomma ho sempre avuto invidia per le famiglie con tanti figli, quelle chiassose, in cui non c’è un minuto di silenzio fino a notte…
Ecco, tutto questo per dire che ora mi manca il forno a legna!!! 😉
pitu says
HO-FATTO-LA-PIZZA!!!!
L’ho impastata nel primo pomeriggio (non avevo la farina manitoba e ho usalto la classica 00 – aumentando un pò le dosi di lievito – e temendo per il risultato finale), l’ho condita a gusto di famiglia e l’ho cotta nel forno elettrico di casa… era ottima! Mi sono quasi commossa perchè è stata apprezzata da madre e padre…
E’ stato il mio primo incontro con il lievito di birra e con le paste lievite in assoluto, e vedere la pallina gonfiare mi ha fatto sentire “madre” di un prodotto genuino!
Grazie Vera!!! Sai bene che devo tanto del mio approccio in cucina anche a te (oltre che alla mia bravissima mamma cuoca!).
E’ tardi ormai, ma non potevo trattenermi dal dirtelo!