Io la ricordo bene la famosa estate del 2003, quella del caldo torrido che mise in ginocchio l’Italia (e non solo). Abitavamo in campagna quell’anno, e la sera quando calava il buio, invece di trovare sollievo al fresco delle verande, iniziava il calvario delle notti insonni. Le lenzuola sembravano di carta vetrata, i ventilatori si trasformavano in phon e l’aria carica di umidità ti schiacciava a terra. Ascoltando la tv e consultando le previsioni del tempo ti veniva il magone, perchè capivi che non si vedeva luce in fondo a quel tunnel. Non ricordo nient’altro di quell’estate, solo il caldo e le giornate che sembravano infinite. Quell’anno c’era ancora il Festivalbar, ma sbirciando i titoli delle canzoni non mi si apre nessun cassettino della memoria, i ricordi devono essersi sciolti come un gelato al sole.
E in questi giorni in cui il caldo mi tiene sveglia la notte e mi rende nervosa di giorno, mi sembra di aver fatto un salto indietro nel tempo a quella torrida estate. Le temperature sono alte, la casa sembra un forno del pane e la voglia di cucinare latita come le nuvole. Ogni tanto butto un occhio alle previsioni del tempo sperando in un miglioramento o in un miracolo e invece scopro che Annibale (che senso dell’umorismo questi omini del tempo!) lascia le chiavi della camera nella hall dell’albergo Italia e se ne va lasciando il posto a Caronte. Mi sembra quasi di vederlo scendere dal taxi, rilassato, abbronzato per poi entrare in albergo, con la voglia di star sveglio tutta la notte, tra locali notturni e tuffi di mezzanotte. Il concierge è sbiancato quando ha scoperto che si tratterrà fino alla settimana prossima. E sinceramente anche io.
Conto i giorni che mi separano dall’autunno con malinconia e sogno ad occhi aperti ombrelli invece che ombrelloni e stivali di gomma al posto delle infradito. Nel frattempo, mi tuffo nella realtà e mi infilo un costume a fiori, pendo la borsa del mare, e provo a farmi un bagno in queste acque cristalline.
E combatto il caldo, generando altro caldo, accendendo il forno e i fornelli quasi per fare un dispetto al sole che brucia la veranda e incendia le tende. E sforno focaccine di patate al pepe nero. Perchè se è vero che fuori fa un caldo infernale, è anche vero che non possiamo vivere di insalate e pomodori da qui fino a settembre. Sai che tristezza!
- 400 g di patate lessate
- 600 g di farina manitoba
- 40 g di burro ammorbidito
- 90 g di acqua (circa)
- 1 cucchiaio di sale
- 1 cucchiaino di pepe nero macinato (o a piacere)
- ½ panetto di lievito di birra
- Lessare le patate, passarle con lo schiacciapatate e lasciarle intiepidire. In mezzo bicchiere di acqua (tolta dai 90 gr) sciogliere il lievito con un cucchiaio di zucchero. Mettere nella ciotola del robot da cucina la farina e le patate. Con il gancio per impastare iniziare a mescolare i due ingredienti. Aggiungere il lievito e poi il burro. Impastare a velocità media e aggiungere, se necessario, altra acqua. Aggiungere il pepe nero e il sale. Impastare per almeno 8 minuti a velocità media. Rovesciare su una spianatoia infarinata, formare una palla e lasciare lievitare, coperto con un panno, per almeno 60 min.
- Trascorso questo tempo, mettere l'impasto sulla spianatoia infarinata e tagliare in tanti piccoli pezzi. Dare forma alle focaccine e sistemarle sulle teglie coperte di carta da forno. Lasciar riposare per altri 60 minuti. In un bicchiere mescolare 2 cucchiai di olio, 2 cucchiai di acqua, 1 cucchiaino di sale e 1 cucchiaino di pepe nero. Con le dita infarinate schiacciare la pasta creando dei piccoli buchi e con un pennello stendere l'olio sulle focaccine. Lasciar riposare per 10 minuti. Cuocere in forno già caldo per 25 minuti a 200°.
laura says
Come non dimenticare l’estate del 2003? Il caldo mi fece incollare i finestrini della macchina! :-/ Sai cosa odio di piu? l’umido appiccicaticcio e svegliarsi con il collo bagnato sul cuscino. Prima di venire in sicilia non avevo mai provato una cosa simile! sob!
Comunque queste focaccine sono bellissime, con le patate non ho mai provato vorrà dire che produrrò altro calore anch’io accendendo il forno! 🙂
un bacione e foto meravigliose come sempre!
Vera says
Sicilia e Sardegna, quante cose ci accomunano:) l’appicicaticcio è un marchio di fabbrica:)
Baci e buona giornata
L'albero della carambola says
La ricordo anch’io quell’estate…oltre che per le temperature anche per altrimotivi personali…che annata! Oggi vedo focacce una più bella dell’altra e questa devo confessare che è davvero notevole: soffice, invitante, bellissima! Complimenti
simo
nanocucina says
stupende queste focaccine. mi piacciono gli impasti a base di patata, hanno sempre una consistenza tutta loro e un lieve retrogusto dolce che mi garba assai 🙂
Veru says
Estate 2003, caldo infernale e io a Siena sola come un cane a finire di preparare la tesi che avrei discusso a settembre. Non ho mai voluto morire velocemente come quell’anno.
Bellissime le pagnottine, foto stupende come al solito… qua a Dublino potrei sfornare senza problemi anzi sarebbe il modo migliore per far durare il tepore di questi ultimi 2 giorni! 😀
Vera in cucina says
Grazie Veru,
me lo fai un posticino nella tua cucina fresca?
Cucina di Barbara says
Me la ricordo bene anche io quell’estate in cui le piante del mio giardino la sera erano moribonde!
Grazie infinite per questo pane maraviglioso che hai donato al mio contest.
Un abbraccio, Barbara
A casa mia says
L’11 maggio del 2003 è stato il primo giorno i caldo di quell’estate afosa: era il giorno del mio matrimonio! Ma ero talmente felice che il caldo è passato in secondo piano! Proverò senz’altro queste focaccine…magari a settembre! 😉
Vera in cucina says
Quell’anno rimarrà nella nostra mente per tantissimi motivi. Ma nella tua anche di più:)
milena says
Ciao, ho scoperto il tuo blog di recente, grazie a Sale e pepe e ora non posso fare a meno di guardare e leggere ogni ricetta! le tue sono opere d’arte!
Posso chiederti una cosa?: come procedo per questa ricetta se non ho la macchina impastatrice? Impasto a mano?
grazie per tutti i tuoi stupendi post!
vera says
Ciao Milena, benvenuta nel blog, grazie mille per i complimenti, divento rossa.
Per questa ricetta, se non hai l’impastatrice puoi avvalerti della forza delle braccia, un pochino più faticoso ma ne vale la pena. se lo provi fammi sapere.