Questi viaggi in giro per il mondo, comodamente seduta su una sedia in cucina, diventano di volta in volta sempre più interessanti. Il Brasile ci ha travolto con la sua allegria e con i suoi colori e grazie ad Adriana, Marileide, Cleo e Jenes abbiamo imparato a cucinare ben quattro piatti della cucina brasiliana. Fino a qualche giorno fa, non sapevo assolutamente nulla della loro tradizione culinaria ma queste quattro ragazze nel giro di poche ore sono state in grado di raccontarci la loro terra, portarci i loro sapori, raccontarci storie affascinanti e mostrarci ingredienti per noi insoliti, come la Manioca, di cui sono entusiasta ma di cui parlerò nel prossimo post, e il latte di cocco.
La cucina brasiliana è varia e ricca e cambia a seconda della regione in cui ti trovi, così come accade per la cucina italiana, ed è il risultato di una miscela di ingredienti e popolazioni indigene, africane ed europee.
Mentre il laboratorio va avanti, tra di noi, così diverse per usanze, paese e religione si sta creando lentamente una bella alchimia. Ci ritroviamo sedute vicine e piano piano scopriamo qualcosa sulle nostre vite: da quanti anni viviamo in questa città, se abbiamo una famiglia, dei figli o un lavoro.
Le osservo mentre parlano nella loro lingua e rimango affascinata e se chiudo gli occhi sento tutte queste voci e questi suoni che si sovrappongono e sono felice di far parte di questo progetto. La signora tunisina, regina indiscussa del Couscous, mi insegnerà a fare i dolci che ho assaggiato la settimana scorsa e forse convincerò le ragazze del Brasile ad insegnarmi a cucinare la “feijoada” a base di carne di maiale e fagioli.
Ogni settimana, armata di macchina fotografica e scarpe comode, passo dietro i fornelli e mi infilo tra di loro “tediandole” con le mie domande e i miei “scatti”. Loro mi aprono le pentole e mi fanno sbirciare dentro e con i mestoli agitano l’olio bollente e tirano su il fritto per farmelo fotografare. Credo che abbiano capito la mia totale passione per la cucina che mi impedisce di stare seduta nell’ultima fila a prendere appunti e mi trascina in mezzo a loro.
Per tornare al Brasile, la preparazione delle ricette è stata allietata dallo sgranocchiamento di un finger food di tutto rispetto, perfetto per l’aperitivo o come antipasto.
Le coxinha de frango, ovvero coscette di pollo, un cuore di carne macinata avvolto da uno strato di pasta, impanato e fritto.
Ci hanno spiegato che questa ricetta è nata nel diciannovesimo secolo, come escamotage per assecondare i capricci del figlio della Principessa Isabel e di Gastone d’Orléans, conte d’Eu, mangiatore appassionato di cosce pollo, la ricetta serviva per distrarlo con qualcosa di simile quando quelle vere non erano reperibili.
Lo spuntino è stato accompagnato da bicchieri colmi di Guaranà e tanta allegria. La ricetta è interessante perchè si presta ad innumerevoli varianti sostituendo l’ingrediente principale con gamberi, formaggio, verdure o altro a seconda della fantasia del momento. Non vedo l’ora di raccontare il mio incontro con la manioca e il latte di cocco. Si capisce che mi sto divertendo un mondo a fare questo viaggio?
- 2 uova
- pane grattato q.b.
- olio per friggere q.b.
- Per il ripieno:
- 200 gr di petto di pollo
- 500 ml di acqua
- ½ cipolla dorata
- 1 cucchiaio di peperone
- 2 cucchiai di passata di pomodoro
- 2 ciuffi di prezzemolo
- 2 cucchiai di olio evo
- 1 spicchio di aglio
- sale q.b.
- pepe nero q.b.
- 300 ml di brodo di pollo
- 170 gr di farina
- 50 gr di burro
- sale
- In una pentola capiente mettere l'acqua e lessare il pollo per 30/40 minuti. E' possibile aggiungere verdure e aromi a seconda del gusto. Una volta cotto, toglierlo dalla pentola e conservare il brodo. Tagliare finemente il peperone e l'aglio e soffriggerli in 3 cucchiai di olio. Aggiungere la passata e amalgamare bene. Tritare bene il pollo con il robot da cucina, aggiungere il soffritto e il prezzemolo e tritare ancora qualche secondo per amalgamare tutti gli ingredienti. Salare e pepare e mettere da parte.
- Per la pasta:
- Se il brodo avanzato non dovesse raggiungere i 300 ml è possibile aggiungere del latte. Il procedimento è simile a quello per la "pasta choux". Portare ad ebollizione il brodo insieme al burro e aggiungere un pizzico di sale. Quando inizia a bollire spegnere il fuoco e buttare in un solo colpo la farina. Mescolare con un cucchiaio per amalgamare l'impasto. Rimettere sul fuoco per qualche minuto, l'impasto deve staccarsi dalle pareti. Lasciar raffreddare.
- Mettere l'impasto su un foglio di carta da forno e aiutandosi con un mattarello stendere la pasta e ricavarne dei dischi di 7 cm. La preparazione di questo piatto è abbastanza lunga, quindi è possibile preparare la pasta la sera prima. Se ci dovessero essere difficoltà a lavorare la pasta, ungersi le mani con un pochino di olio e lavorare la palla di pasta.
- Prendere i dischi di pasta e metterci al centro un cucchiaino di ripieno. Chiudere a formare una piccola pera. Passarla nell'uovo sbattuto e poi nel pane grattato. Friggere in olio bollente fino a quando non sarà perfettamente dorato.
laura says
wow!!! che buone!! mi sa che le faccio per “imbrogliare” la mia peste!! questo tuo viaggio si sta facendo sempre più interessante! 😀 grazie per averlo condiviso con noi!
un bacione
p.s. aspetto come una scimmia curiosa la ricetta con manioca e latte di cocco! 😉
paola says
ricetta davvero interessante e mai sentita! certo che è proprio bello questo laboratorio!
L'albero della carambola says
Ciao Vera, ma che figo questo post! Me lo salvo nel mio file speciale sulla cucina degli altri paesi…foto comprese, ovviamente. E già che ci sono ne approfitto per invitarti al nostro primo Contest: è una sfida ai fornelli un po’ speciale, con un giudice d’eccezione. Ti va di parecipare? Ci farebbe tanto piacere la tua presenza…Un saluto e complimenti per tutto
simona
Vera in cucina says
Ciao Simona, le foto le scatto sul momento mentre loro cucinano quindi non sempre sono bellissime ma rendono l’idea di questo work in progress settimanale. Grazie per l’invito al contest, meno male si possono anche usare le uova, ora ci penso seriamente. Non si può fare brutta figura con un simile giudice!
Vera in cucina says
Mi sta regalando tante cose questo laboratorio, sia sul piano umano che su quello culinario. Provale se hai tempo, sono davvero sfiziose.
Vera in cucina says
la manioca è buonissima:) Non la conoscevo… e queste sono perfette per imbrogliare grandi e piccini
Juliana says
Ciao Vera,
sono brasiliana e un’amante di coxinhas de frango (coscette di pollo). Mi sono trasferita in Italia cinque anni fa e ogni tanto sento la voglia di mangiare qualcosa che ricorda la mia terra natia. Il bello delle coxinhas è che hanno ingredienti del tutto reperibili in Italia, pure la Benedetta Parodi le ha fatte nel suo programma qualche settimana fa!
Anch’io aspetto le ricette con la manioca, anche se è un ingrediente difficile da trovare dalle mie parti (Valcamonica).
Complimenti per il blog!
Veru says
Adoro le coxinhas!!!!!! E questo laboratorio dovrebbero farlo ovunque!!!!!
Vera says
Ciao Juliana, benvenuta nel mio blog. Io mi sono innamorata di queste Coxinhas e non vedo l’ora di provarle con i gamberi.
La manioca è stata una meravigliosa scoperta e qui la compriamo in un grande centro commerciale (Auchan).
Vera says
Veru a te piacerebbe da morire!!!!!
Alessandra says
Davvero perfette per cambiare il ripieno e le carte in tavola!!!
E il latte di cocco…ce l’ho, ce l’ho, ce l’ho…e non so come usarlo! Attendo la prossima ricetta!!! 😀