Circa un anno fa ho avuto modo di conoscere una signora simpaticissima. Per cause di forza maggiore siamo state costrette a convivere per quattro intensi giorni. Dico così perchè non eravamo in perfetta forma.
Se questa signora fosse stata meno simpatica, mi sarebbero di certo sembrati molto più lunghi. La prima volta che l’ho sentita parlare, non ho capito assolutamente nulla e nel delirio totale ho pensato che fosse straniera, salvo poi scoprire che invece era sarda quanto me, solo che parlava un dialetto a me incomprensibile. Non che io sia un fenomeno coi vari dialetti dell’isola, ma alla fine capisco quasi sempre la zona di provenienza.
Il mistero è stato svelato quando ho capito che lei è di Carloforte, l’unico centro abitato della splendida isola di San Pietro. Un’ isola nell’isola. Può esserci qualcosa di più affascinante? “Googolando” ho potuto scoprire che Carloforte è stata Fondata, durante il regno di Carlo Emanuele III, da una colonia di pescatori liguri provenienti da Tabarka, un’isola al largo della Tunisia. L’origine ligure dei suoi abitanti la si può riscontrare nel dialetto, nelle tradizioni, nei costumi, nell’urbanistica del paese. Se vi ho incuriosito con questa brevissima descrizione potete visitare il sito dell’isola nel quale ho trovato queste informazioni.
Tra la “Gallurese” e la “Carlofortina” è nata una divertente “amicizia” e ho avuto la fortuna di conoscere una donna dolcissima ma allo stesso tempo forte, col sorriso sulla faccia anche nei momenti in cui c’era poco da ridere e ne abbiamo vissuti parecchi.Le ho promesso che sarei andata a trovarla, non ho ancora mantenuto fede alla parola data, ma non vedo l’ora di rimediare. Sono affascinata da Carloforte, dalla sua storia. Ovviamente in quei giorni abbiamo parlato di cucina, e dato che il tonno è una delle specialità della zona, non potevo non ricordarla con questa ricetta tipica della “pasta alla carlofortina“. Una ricetta velocissima da preparare, in 15 minuti si porta in tavola, gustosa e sfiziosa, adatta a quei giorni in cui rientri a casa all’ultimo minuto e non c’è nulla di caldo ad aspettarti. Solitamente accostata alle trofie, io ho provato a riproporla con gli gnocchi sardi e a giudicare da quello che ho visto a pranzo, l’abbinamento è azzeccato.
- Per gli gnocchi:
- 200 gr di farina di semola
- acqua q.b
- 1 pizzico di sale
- Per il sugo:
- 1 cipolla piccola
- 10 pomodori piccoli
- 1 conf. di tonno sott'olio ben sgocciolato
- 1 pizzico di sale
- 1 pizzico di pepe nero
- 2 cucchiai di pesto
- olio evo q.b.
- In una ciotola mettere la farina a fontana e aggiungere lentamente l'acqua. Impastare fino a quando la pasta non avrà un aspetto liscio e ben sodo. Mettere da parte e lasciare riposare per 30 minuti. Dividere la pasta in tanti panetti e formare con questi dei cilindri lunghi che verranno poi tagliati in tanti piccoli pezzi uguali. Passare ogni pezzo di pasta sui rebbi di una forchetta o sull'apposito attrezzo di legno per fare gli gnocchi.
- Per il sugo: In una pentola mettere a soffriggere la cipolla tagliata a cubetti. Aggiungere i pomodorini taglati a metà e lasciar cuocere coperti per 10 minuti circa. Nel frattempo far sgocciolare il tonno e quindi aggiungerlo ai pomodorini. Far cuocere 5 minuti.
- Cuocere gli gnocchi in acqua salata bollente per 8 minuti. Scolare e condire col sugo. Aggiungere il pesto e servire.
Ovviamente la ricetta prevede anche l’utilizzo del tonno fresco. Ma oggi ho usato la versione sott’olio perchè con questa ricetta partecipo al contest “Impiatta e scatta 2 con Angelo Parodi”
valentina says
una vera bontà questa pasta, da acquolina in bocca nonostante sia ora di colazione… 😉
Veru says
Che meraviglia, io pasta e tonno potrei prepararla anche a colazione onestamente per quanto la adoro. Non ho mai preparato gli gnocchi sardi, devo rimediare 😀
Vera del Fiume says
@valentina è prorio una ricetta invitante, nonostante sia meglio un capuccino.
@Veru se ami il tonno questa è per te. Gli gnocchi se hai problemi fai un fischio che ti insegno a “schiarli” via skype:)
Alessandra says
Vera che belli i tuoi gnocchi!!! Mia mamma ha un coso per farli che in dialetto chiama “su ghiliru”…chissà come si chiama nella tua zona? 😀