In questi giorni sono tornata nella mia vecchia camera, quella di quando ero ragazzina. Il letto è sempre lo stesso, rosa scuro e di ferro battuto. Un tempo mi sembrava così grande, con la sua zanzariera di tulle bianco candido, sembrava uscito da un libro di favole. Mentre oggi faccio fatica ad infilarmici e a trovare la posizione giusta, abituata ad altri spazi e ad altri ritmi. Sto cercando ricordi. Sono finiti in fondo, nell’ultimo cassetto, racchiusi in qualche metro di pellicola, con la data scarabocchiata a matita: “1979”.
Nell’ultimo scaffale della libreria c’è un vecchio proiettore, sopravvissuto a quattro traslochi, coperto da un sottile velo di polvere e ho bisogno di una scala per arrivarci. Non so perchè mi è presa la smania di scavare ieri notte, di andare indietro. Un tempo sapevo far funzionare questo vecchio proiettore, così diverso da tutto quello che utilizzo oggi. Non un display, non un “touch screen” e nessun manuale in PDF da sfogliare ma solo un paio di manopole e il tasto del suono.
Sono testarda stasera, non vado a dormire fino a quando non si piega al mio volere, smonto il proiettore e faccio prove, prendo una lampada da un’altra stanza per vedere meglio gli ingranaggi e ricordare il percorso della pellicola e dopo quasi due ore di tentativi sul muro bianco compare un quadro di luce: è iniziata la magia. Il rumore del proiettore, della pellicola che scivola dentro e delle “pizze” che girano e la avvolgono. Sono un paio di minuti di ripresa. Tre bambini che ballano davanti al camino acceso, come sottofondo la colonna sonora di “Grease” che gracchia dal giradischi. E’ un vinile, anche lui qui a casa, sopravvissuto al tempo e ai cambiamenti, nascosto da qualche parte. E poi scene di vita familiare, voci fuori campo di genitori e zii e una “bambola senza ciuccio” che piange ininterrottamente.
Riprendo con il telefono questi pochi minuti di viaggio indietro nel tempo e questo file finisce nella memoria da 15 gb, intasata di foto, piccoli video, momenti normali di vita di ogni giorno, che raccolgono i compleanni degli amici, i progressi dei bambini che mi circondano, dei nipotini, dei figliocci. Mentre questi due minuti girati un Natale di trentaquattro anni fa è l’unica traccia che ho di quegli anni, insieme ad un album di foto ingiallite dal tempo. E penso alla meraviglia che ho provato ieri notte, alla felicità provocata da quel piccolo “super8” in bassa definizione, io, donna tecnologica avvezza ad altri formati, mi sono emozionata!
- 400 gr Farina
- 2 uova
- 1 tuorlo
- 25 gr olio , di soia o evo
- 60 gr zucchero
- 25 gr Abbardente di Ginepro, o Grappa
- In una ciotola capinete versare la farina a fontana. Al centro aggiungere le uova, lo zucchero, l'olio e l'abbardente e impastare fino a far diventare la pasta liscia.
- Coprirla con un panno e lasciarla riposare per 40 minuti circa. Dividere la pasta e sistemarla su una spianatoia infarinata. Stenderla col mattarello fino a formare delle sfoglie molto sottili.
- Con la rotella dentata, tagliare delle strisce larghe circa 10 cm.
- Friggerle in olio caldo poche per volta, fino a farle dorare. Spolverare con zucchero a velo.
E tra le foto ingiallite ci sono anche quelle di tante feste di “Carnevale”, mascherata da improbabile Farfalla o da Rossella Hoara e mi rendo conto che è già tempo di frittelle e che si avvicina il momento del piatto tipico del Martedì grasso. L’anno scorso ho preparato Fatti fritti e Frittelle lunghe mentre oggi ho scelto di fare le Chiacchiere. In quasi tutte le ricette è presente il burro ma io ho optato per questa versione con l’olio, perfetta per gli intolleranti al lattosio trovata nel quaderno di ricette di mia mamma. Sono semplici da preparare e buonissime, l’idea giusta per soddisfare la voglia di frittelle.
l'albero della carambola says
Le chicchiere per me sono il dolce del cuore, quelle della mia nonna però. Sottili, leggere, perfette. Le tue devo dire che sono davvero invitanti! Anche noi mettiamo la grappa…Bravsisima davevro
simo
Piero says
Mhh sono davvero invitanti. Molto belle anche le foto, riescono a “colpire” nel cuore anche di un goloso materialista come me
Ale - Ricette di Cultura says
Le tue chiacchiere, leggere leggere, che sembra stiano per spiccare il volo,si intonano perfettamente al servizio da té con cui le hai immortalate!!
vera says
Sai che io non le avevo mai fatte? Qui per carnevale friggiamo frittelle per tradizione. la Grappa la preferisco di gran lunga al vino.
vera says
grazie Piero e benvenuto nel blog:)
vera says
Grazie Ale, dicono che il segreto sia la sfoglia sottile sottile.