Il Brasile ci ha regalato una serata davvero divertente, ricca di sapori e profumi, e se l’antipasto a base di “Coxina de frango” non ha fatto altro che stuzzicare l’appetito, la “Manioca fritta” e i “gamberi al latte di cocco”, sono stati la chiusura dell’appuntamento brasiliano.
Come promesso torno sull’argomento per parlare della Manioca, questa simpatica sconosciuta. Uno di quei cibi di cui ho sempre sentito parlare nei documentari ma che non avevo mai nemmeno immaginato di poter assaggiare qui in terra sarda e invece, non solo ho avuto il piacere di scoprire come cucinarla, ma l’ho trovata davero piacevole e l’ho segnata nel libricino dei finger food, per il prossimo aperitivo in programma.
Si presenta come un tubero allungato, ricoperto da una corteccia spessa e di colore marrone e appartiene alla famiglia delle Euphorbiaceae, originaria del Sudamerica e dell’Africa subsahariana. Non l’avrei mai detto ma è reperibile nei supermercati della catena Auchan e non nel biologico dietro casa. Le ragazze ci hanno raccontato che questo ingrediente viene soprannominato “pao da terra” (pane della terra) perché di questa radice viene utilizzato tutto, non solo come prodotto alimentare ma anche come materia prima per prodotti artigianali e industriali. Dalla Manioca si ricava la farina e anche la fecola detta Tapioca. Ci è stato consigliato di comprare quelle piccole, di fare attenzione che siano belle sode al tatto e di conservarle a temperatura ambiente prima di consumarle nel giro di pochi giorni. Può essere cucinata in svariati modi e il suo brodo di cottura è ottimo per la pappa dei bambini e come addensante per le minestre.
E con questo magico ingrediente ci si può davvero sbizzarrire. Potevamo forse fare delle crocchette? Potevamo semplicemente bollirla? La risposta è no. Noi donne coraggiose e sprezzanti del pericolo nonché dell’imminente prova costume l’abbiamo fritta in olio bollente e mangiata senza sensi di colpa e leccandoci con gusto le dita.
Ma se la manioca era per me un mistero, lo stesso non si può dire per il latte di cocco, che snobbo allegramente da troppo tempo. A mia discolpa va detto che io non amo questo ingrediente. Il cocco riesco a mangiarlo crudo, nei cioccolatini (ovviamente e che ve lo dico a fare) ma qui finisce il nostro rapporto. L’idea di utilizzarlo per cuocere i gamberi mi ha fatto storcere il naso, ma non puoi avvicinarti ad una esperienza come questa rimanendo aggrappata ai tuoi preconcetti. Mentre riflettevo su questo punto, Jenes, ha iniziato a cucinare, affettando verdure e mettendo sul fuoco una pentola enorme. Nel giro di pochi minuti la cucina si è riempita di un meraviglioso profumo, così invitante e rassicurante da far cadere ogni remora e portarti ad attendere con ansia la conclusione della ricetta, battendo allegramente le posate sul tavolo. Accompagnati da semplice riso bianco e dalla manioca fritta, i gamberi al latte di cocco sono un piatto speciale, dal gusto delicato ma particolare.
- 1 kg di manioca
- 2 litri di acqua
- sale q.b.
- olio per friggere
- Manioca fritta:
- Per prima cosa bisogna pulire la manioca privandola della corteccia marrone che la avvolge e della pellicina nera. Tagliarla orizzontalmente per formare dei tronchetti come nella terza foto qui sotto. Al centro della polpa si trova un cordone fibroso non commestibile che si può togliere adesso oppure una volta che la Manioca è stata cotta. Tagliare i tronchetti in tanti pezzi e bollire in abbondante acqua salata per almeno 25 minuti. Tagliare la Manioca in pezzi ancora più piccoli e friggerli in olo bollente fino a quando non avranno un bel colore dorato. salare e servire ben caldi.
- 500 gr di gamberi sgusciati
- 165 ml di latte di cocco
- ½ peperone rosso
- 3 pomodori
- 250 gr di polpa di pomodoro
- 1 cucchiaio di prezzemolo tritato
- 1 cipolla gialla
- 5 spicchi di aglio
- 200ml di panna fresca
- 1 dado vegetale
- 50 gr di burro
- sale q.b.
- pepe nero q.b
- 300 gr di riso bianco per accompagnare
- Lavare i gamberi, sgusciarli e privarli della testa. Tagliare a pezzi piccolissimi il peperone, la cipolla, l'aglio, il prezzemolo e i pomodori. Iniziare a soffriggere le verdure con il burro, aggiungere il dado e cuocere per circa 15 minuti a fuco basso.
- Aggiungere la polpa del pomodoro e cuocere per altri 15 minuti. A questo punto unire i gamberi e continuare la cottura per 15/20 minuti.
- Unire il latte di cocco e lasciar andare avanti la cottura per 10 minuti a fuoco basso. Salare, pepare, aggiungere la panna e cuocere sempre a fuoco basso per altri 10 minuti. Servire ben caldo accompagnato dal riso bianco e qualche pezzetto di manioca fritta.
Veru says
Per me è il contrario: io la manioca fritta l’ho mangiata spesso (amica brasiliana qua a Dublino!) ma i gamberi al cocco mai. Come al solito post bellissimo, è troppo bello questo “corso” che stai seguendo!
laura says
wow io la manioca la conoscevo come tapioca solo perchè la uso nella pappa dei bambini, anche sotto forma di simpatiche perline! mi hai fatto venire una curiosità incredibile e chissà se la trovo anche io allo Auchan. Grazie anche per i preziosissimi consigli per sceglierla bene! I gamberi al latte di cocco li ho mangiati una sola volta in portogallo e li ho adorati anche se ammetto di non essere una fan del cocco, neanche nei cioccolatini! 😉
E la prossima volta dove ci porterai?
un bacione!
Vera says
grazie Veru, se decidi di lanciarti coi gamberi fammi sapere se ti piacciono, sono curiosa
Vera says
Se hai Auchan a portata di mano dovresti trovarla facilmente. Io invece la tapioca devo ancora testarla. Il prossimo laboratorio ci riporta in terra sarda per una classica zuppa gallurese che io purtroppo ho già messo nel blog. Spero in qualche dolcino…. non si sa mai…