Qualche giorno fa ho parlato del seminario di cucina Donne e sapori di mille colori – Un viaggio culinario intorno al mondo a cui sto partecipando e che andrà avanti ancora per 9 settimane. Se dopo il primo incontro ero felice di prendere parte a questa iniziativa con il secondo sono semplicemente entusiasta.
Lunedì scorso abbiamo fatto una full immersion nei sapori del Senegal, questa settimana abbiamo fatto una capatina in Marocco e in Tunisia dove siamo state accolte da una tavola apparecchiata e imbandita a festa. Pasticcini della tradizione marocchina e tunisina, accuratamente preparati per noi dalle nostre maestre di cucina araba, arricchivano l’ingresso della cucina già pervaso da uno squisito profumo di tè alla menta.
Sono stata in Tunisia tanti anni fa, quando ancora non avevo la passione della cucina e della fotografia. Rifare oggi lo stesso viaggio, alla scoperta dei luoghi nascosti e dei profumi dei prodotti locali, regalerebbe a questa esperienza un valore aggiunto. Non ho un ricordo particolare dei dolci, ma durante questa serata mi sono potuta sbizzarrire. I Makroud, rettangoli di pasta al gusto di datteri, ricoperti di miele e sesamo mi hanno conquistato, così come i pasticcini al cocco o i Shebakia, molto simili a un dolce della tradizione sarda.
Il programma della serata prevedeva però Couscous alla marocchina, Tajine tunisina e questo pane arabo impastato all’ultimo momento, credo a grande richiesta delle presenti, per cui la ricetta dei pasticcini non sono riuscita ad averla, ma ci sto lavorando.
Per me il pane è fondamentale e saperlo fare un grande orgoglio personale, quindi imparare nuove ricette e vedere come si prepara anche in altri paesi è sempre un’esperienza affascinante.
La ragazza che ha preparato questo pane ha un viso davvero molto bello e movimenti precisi nell’impastare. Affiancata da una donna di maggiore esperienza, ha reso chiaro il concetto del rapporto tra le donne in cucina e “il sapere” tramandato di generazione in generazione. Osservarla è stato illuminante e ho scoperto che anche per quando riguarda le ricette, tutto il mondo è paese, perchè alle domande sul tempo di lievitazione mi è stato risposto un po’ come avrebbe risposto mia nonna: “Il tempo che serve per farlo crescere di volume“.
Mentre preparavo questo post mi sono ricordata che tantissimi anni fa durante in viaggio in Marocco la mia famiglia era tornata con vassoi e teiere, identici a quelli usati durante il seminario. Dopo anni passati su un mobile, sono finalmente tornati alla loro funzione originale. Non sono perfetti per le foto del pane?
- 500 gr di farina di semola
- 500 gr di farina di grano duro
- 1 panetto di lievito di birra
- acqua calda q.b.
- 1 cucchiaino abbondante di sale
- 1 cucchiaino abbondante di zucchero
- sesamo tostato q.b.
- In una ciotola capiente mettere le due farine a fontana, il lievito sbriciolato, il sesamo e lo zucchero.
- Aggiungere lentamente acqua e iniziare a impastare.
- Aggiungere il sale e altra acqua fino a quando l'impasto non sarà liscio e morbido. Impastare tirando il pane con il palmo della mano e allontanandolo da noi. Ripetere l'operazione per diversi minuti. Formare una palla e lasciarla riposare coperta per 7 minuti. Riprendere in mano l'impasto e dividerlo in due panetti a cui verrà data una forma rotonda, aiutandoci con farina di semola e aggiungendo un po' di sesamo. Schiacciare leggermente le due palle di pasta, ricoprire e lasciar lievitare al caldo per almeno 20 minuti.
- Trascorso questo tempo mettere altra farina di semola sul piano di lavoro e un po' di sesamo e con le mani schiacciare la palla di impasto facendo attenzione a dargli una perfetta forma circolare.
- Ottenere un disco di pasta come nella foto e rimettere a lievitare fino a quando l'impasto non sarà cresciuto.
- Cuocere in forno caldo a 180° per 30 minuti circa.
- La velocità della preparazione e la sua consistenza morbida, ne fanno un ottimo alleato per una cena improvvisata.
- Perfetto per accompagnare il Couscous o un secondo di carne.
LaVally says
È come essersi svegliati in viaggio.. Che profumi e che colori!! Mi piace molto questo seminario, credo che la condivisione sia fondamentale per tramandare e imparare ricette e sapori lontani! Un vero peccato nn essere più vicina 🙂
Buona giornata Vera!
Ps anche per me panificare è “orgoglio”.. Nasce qualcosa di buono dalle mani! Proverò sicuramente 😉
Grazie millemila
LaVally
Veru says
E con questo post, dichiaro chiusa la mia giornata alle 8.19 di un venerdì dublinese. Sono senza parole…
Vera says
grazie, Veru. Per me questa del laboratorio di cucina si sta rivelando davvero una grande esperienza.
Vera says
Vale, ad essere più vicine sai che scambi di piatti dalla finestra:)
Alessandra says
Che foto splendide!!! Mi hanno fatto immediatamente sentire l’atmosfera… Questo ciclo di seminari che frequenti deve essere davvero interessante…e il tuo pane è splendido!! 😀
Vera in cucina says
Ciao Ale, è davvero interessante, Sto conoscendo tante persone e mi sto avvicinando ad altre culture e questo mi sta regalando tanto.
simona says
Ciao Vera :* Ma che splendore!.. (amo il pane arabo) e avere questa ricetta penso sia un regalo prezioso… Grazie! E poi questa carrellata di meravigliose foto… complimenti 🙂
Ann says
Le foto sono davvero meravigliose, ma davvero senza sviolinamenti 🙂 e la ricetta finisce dritta dritta tra quelle da provare
Vera in cucina says
Un complimento da parte tua, vista la passione che ci accomuna, è sempre sincero.