Maggio è il mese in cui si festeggia il Patrono della mia città, San Simplicio, e per 5 giorni si dà vita a “Sa festa manna de mesu maiu” ovvero la grande festa di metà maggio. Tutto ha inizio il 10 maggio con i fuochi d’artificio sul lungomare e finisce il 15 maggio, con la statua del Santo portata in processione per le vie del centro, un momento molto suggestivo, accompagnato dalla banda musicale e dai gruppi folk provenienti da tutta la Sardegna. Dai balconi e dai terrazzi, la gente lancia petali di rose e fiori.
Le bancarelle animano le strade vicino alla Basilica di San Simplicio e la giostra fa la sua comparsa, tenendo sveglio tutto il circondario con i suoi rumori e la sua musica. Nell’aria si respira l’aria frizzante della festa e quest’anno siamo particolamente fortunati, perchè il bel tempo ci assiste, solitamente l’arrivo della giostra coincide con rovesci a carattere temporalesco e maestralate da zavorra.
Al tramonto è divertente passeggiare lungo le vie delle bancarelle, dove il torrone e le caramelle gommose ti fanno l’occhiolino esclamando “mangiami – mangiami”. Le ho attraversate, armata di macchina fotografica, per guardarle con occhi diversi, per assimilare il più possibile l’aria di festa e imprigionarne i dettagli.
Ma il momento clou, “poco sacro e molto profano”, è rappresentato dal rito del “panino salsiccia e cipolle“, d’obbligo per assaporare veramente il senso di questa tradizione. Negli anni ci siamo evoluti anche su questo piano. Se prima, capitava di dover far la fila negli unici due camion bar attrezzati, ora ti accoglie una fila lunghissima e altamente organizzata di piccole gastronomie itineranti. Cuochi da tutta la Sardegna arrivano per arricchire questa tribù di paninoteche, portando con loro non solo la classica salsiccia, ma anche il porcetto allo spiedo, la pecora e le anguille e una grande varietà di carni che sfrigolano sulla brace.
Mentre preparavo il post, mi sono resa conto di non sapere assolutamente nulla di questo Santo e ho cercato di approfondire, controllando vari libri e siti internet, ma la sua storia è avvolta nel mistero. Qualche informazione sono riuscita a trovarla qui:
“Purtroppo non vi sono certezze sulla vita di questo santo, le fonti che lo ricordano sempre al 15 maggio, sono tre e danno versioni diverse.
La prima ‘passio’ pervenutagli dalla Sardegna, indusse il grande Cesare Baronio ad inserirlo nel ‘Martirologio Romano’ come vescovo di Fausania (Terranova – Pausania), nome fino al 1939 dell’odierna Olbia (SS), morto martire sotto Diocleziano (243-313).
La seconda fonte è il ‘Martirologio Geronimiano’ che lo ricorda nel giorno della sua festa con queste parole: “In Sardinia Simplicii presbiteri”, in effetti un santo di nome Simplicio è realmente esistito ma era un sacerdote non vescovo.
Una terza fonte cioè una ‘passio’ più recente lo ha raggruppato con i santi martiri Gabino, Proto e Gennaro, Saturnino, di Cagliari, ma non è di nessun valore storico. Non vi sono purtroppo altre notizie, mentre il suo culto si affermò nella regione dell’antica città di Olbia, di cui è il patrono e nel secolo XI gli venne eretta una chiesa, romanica, che è attualmente il maggiore monumento cittadino, costruita tutta in conci di granito, di rudi forme, con facciata di tipo pisano”.
Ieri mentre passeggiavamo immersi nella folla, nei profumi della carne e nelle risate dei bambini, abbiamo pensato che è davvero un gran peccato, che tutto questo accada solo una volta all’anno.
Da poco è iniziato il contest di Alessandra del blog Ricette di Cultura, e lei, che ha una grande sensibilità verso la storia, ha dato una marcia in più a questa sfida, chiedendo di: !cercare un personaggio storico a cui abbinare una ricetta, raccontarne la vicenda e spiegare perché personaggio e ricetta sono correlati. Non necessariamente deve trattarsi di un personaggio molto famoso…anzi, ben vengano le storie di personaggi che non tutti conoscono“. Ho pensato che raccontare la storia di San Simplicio e delle tradizioni abbinate alla sua festa, fosse un modo per raccontare anche una parte della città in cui vivo, abbinandola al panino che per noi è simbolo di queste giornate.
Ho preparato un pane semplice dal gusto delicato, in modo da non andare a scontarsi col sapore, già così deciso, del ripieno.
- 500 g di farina manitoba
- 20 g di strutto
- 250 ml di latte a temp. ambiente
- ½ panetto di lievito di birra
- 1 cucchiaio di zucchero
- 1 cucchiaino di sale
- 1 salsiccia
- 2 cipolle bianche
- In una ciotola o nell'impastatrice mescolare insieme la farina, lo zucchero e il lievito sbriciciolato. Aggiungere lo strutto ammorbidito e il latte un poco alla volta. La quantità varia in base al tipo di farina. Per ultima cosa aggiungere il sale e impastare bene per dieci minuti. Mettere la pasta in una ciotola chiusa con della pellicola e lasciar riposare coperto da un panno fino a quando il volume non raddoppia. Infarinare la spianatoia, rovesciare la pasta e tagliarla in 5 o 6 parti. Dare la forma desiderata e lasciar lievitare coperti con pellicola ancora per circa 1h. Cuocere in forno caldo a 180° per 30 minuti.
- Tagliare la cipolla a fette sottili. Mettere ina una padella un cucchiaio di olio e farlo scaldare, aggiungere le cipolle e farle cuocere coperte fino a quando non diventano morbide. Cuocere la salsiccia sulla piastra del barbeque, oppure in forno caldo a 180°. Spaccare il pane a metà, farcire con salsiccia, cipolle e salse a piacere.
Con questa ricetta partcipo al contest Ricette a spasso nel tempo del blog Ricette di cultura
laura says
Che meraviglia Vera! Adoro questi tuoi post con un pò di storia e reportage fotografico incluso!
Il paninone con la salsiccia deve essere buonissimo! 🙂 Fantastica la birra sarda in secondo piano e fantastiche tutte le foto! Se ci fosse stata mia figlia avrebbe sicuramente voluto, invece del palloncino, quello strumento musicale sardo! E poi quel torrone con le noci… ma ne vogliamo parlare??? Ma è enorme!!
un bacione!
Veru says
Ok, sono assolutamente desiderosa di un panino con la salsiccia seguito dal torrone!!! Bellissime foto, bellissimo post e bellissimo panino! 🙂
margherita says
Bellissimo questo post complimenti,ci consente di fare un viaggio nelle bancarelle stando a casa,la mitica” birretta” sarda in sottofondo è fantastica
pasqua says
che belli i tuoi panini, anche noi sabato li abbiamo fatti in casa ( il pane era del fornaio). Abbiamo arrostito in veranda ad un passo dalla festa di San Simplicio, ma stasera prendiamo quello originale … ha tutto un altro sapore non si può mancare a quell’appuntamento.
Alessandra says
Grazie di cuore, Vera, per questo post pieno di immagini! Sono così belle le feste tradizionali…per un momento mi è sembrato di essere lì!! 😀
Vera in cucina says
Laura lo strumento musicale è fantastico, si sarebbe divertita molto di più, ha buon gusto la tua bimba. Poi il panino ha un suo perchè, va mangiato lì con la polvere e il chiasso:)
Vera in cucina says
Veru vieni a trovarmi e ci facciamo una settimana di mangiate ad alto tasso calorico:) Il torrone è fantastico:)
Vera in cucina says
Ciao Ale son contenta che ti sia piaciuto, è una cosa semplice ma con una tradizione lunghissima. Sono andata con la macchina fotografica, appositamente per creare un post ricco di immagini. Il tuo contest lo merita. Un abbraccio
Vera in cucina says
Ieri mentre passeggiavo per le bancarelle, vedevo i cortili delle case circostanti pieni di allegria, di tavole imbandite e di bambini. Una festa doppia per voi. Chissà che bello viverla così intensamente.
Vera in cucina says
Non è un vero panino, senza la bionda dei sardi. Grazie per essere passata.
LaVally says
Vera non sai la voglia che ho in questi giorni di ciccia al BBQ e di ichnusa.. La mia birra preferita!
Amo le feste di paese e quando passavo tutta l’estate al mare ce n’era una a settimana.. che ricordi!
la signorina pici e castagne says
mi hai regalato un momento paragonabile a pochi altri con questo tuo post :O)
io in Sardegna ci sono praticamente cresciuta, l’ estate, ho una delle mie più care amiche a Bassacutena e con lei è stato tutto uno scoprire sagre, feste, cucina, tradizioni… non ho mai conosciuto la movida da turista..
del resto, io ogni estate la passo con lei e lei viene a trovarmi l’ inverno.. è un continuo scambio di vite, di sapere, di esperienze condivise..
insomma la mia toscanissima famiglia di adozione è anche un po’ sarda.. del resto, dopo più di 30 anni!!!!!
grazie per queste foto…. per questo raccoonto….
simona says
Meraviglioso post ricco come sempre di informazioni, racconti ed emozioni.. attraverso questa magnifica carrellata di foto mi è sembrato proprio di vivere la festa, tra i torroni e gli arrosti, a sbirciare le caramelle tra folla confusa.. e gustare questo il panino che è qualcosa di eccelso!… solo guardandolo mi è venuta una fame improvvisa e ho appena finito cena:) bravissima come sempre! buona serata baci:*
Chiara Natascha says
panozzo colla salsiccia!!! MAGNIFICO!!!!!
Lucrezia says
Grazie per avermi fatto rivivere la festa di paese sarda e i suoi profumi. La salsiccia sarda arrostita è il re dei secondi
Veruschka says
grazie a te per aver lasciato un commento!